Romolo Venucci. Viaggio verso l'astrazione

Romolo Venucci era nato a Fiume nel 1903 e sarebbe cresciuto in una famiglia numerosa, assieme ad un fratello gemello, tre sorelle ed un altro fratello. Il padre Antonio Francesco Wnoucsek era ungherese, originario di Pecs, venuto a Fiume come ufficiale dell'esercito austroungarico; la madre era Maria Anna Rostand di origine slovena (Carniola).

In una famiglia amante dell’arte come la loro, le serate musicali al suono di violino, violoncello e altri strumenti erano un evento comune. Venucci studiò pittura a Budapest presso la Regia Scuola Superiore Ungherese d’Arte dal 1923 fino al 1927. Il suo professore all’accademia fu l’illustre pittore ungherese János Vaszary, la cui influenza si riconosce nella pittura di Venucci. Già durante periodo degli studi, Venucci espose in mostre collettive di artisti ungheresi e poi in numerose mostre collettive in varie città italiane fra cui Roma (1928), Genova (1931), Fiume (1927, 1933), e Firenze (1933).

Al rientro dagli studi a Budapest Venucci si è piuttosto audacemente avviato allo sviluppo di una propria espressione artistica d’avanguardia, verso orizzonti espressivi cubo-costruttivisti. Si è presentato al pubblico, nella sua città natale, nell’ambito della Seconda Esposizione Internazionale di Belle Arti della città di Fiume, del 1927, assieme ai pittori fiumani del tempo: Carlo Ostrogovich, Mario De Hajnal, Ugo Terzoli, Maria Arnold, Miranda Raicich, Bruno Angheben, Ladislao de Gauss e altri. Nella stampa di Fiume lo hanno denominato giovane pittore originale, artista d’avanguardia dell’ambiente fiumano, nella cui pittura si riconosce il legame con l'avanguardia francese e ungherese. Le opere create in questo periodo costituiscono una parte rilevante del suo opus e oltre al fatto che hanno attratto l’attenzione della critica d’arte, Venucci è riuscito, appunto mediante una specifica scomposizione e deformazione dell’oggetto, aspirando a una maggiore espressività della pittura, a frazionare il mondo della forma instaurando un’intima coesione con le strutture e addentrandosi nella “psicologia“ della percezione dell’oggetto con una conoscenza quasi matematica.

La sua prima mostra individuale fu a Fiume nel 1944. L’anno seguente, assieme allo scultore Vinko Matković e il pittore Vilim Svečnjak, fondò la Società Croata degli Artisti Visivi di Fiume. Oltre ad essere stato presente in numerose esposizioni ed aver creato un opus considerevole in stile realistico, futuristico, cubistico e astratto, Venucci si distinse anche in ambito pedagogico assumendo il ruolo di professore. Nel corso della sua vita partecipò a quattro mostre individuali, tre a Fiume e una in Lombardia, a Varese. Sono state organizzate in suo onore una ventina di mostre postume in ambienti museali di Fiume, Udine (1979), Zagabria (1993/1994), Rovigno (2003) e altrove.

Venucci a Fiume è noto e riconosciuto, ma nonostante in un’occasione, nei primi anni ‘30, fosse stato proclamato il pittore più moderno d'Italia, sfortunatamente oggi non è noto nella storia dell’arte né croata né italiana. Rimane ancora, sia per l’una sia per l’altra. un fenomeno marginale, lontano e sconosciuto. Resta sospeso al di sopra delle impostazioni nazionali del suo tempo. Così è che non possiamo non considerare come una nostra missione il rivelare la sua opera e rivalutarne la prestigiosa posizione che siamo convinti si meriti.

INAUGURAZIONE GIOVEDI' 11 MAGGIO 2023 ALLE ORE 17.30

presso il Museo istriano di via Torino, 8. Ingresso libero.

La mostra rimarrà aperta fino al 2 luglio tutti i giorni con i seguenti orari: 10.30-12.30 e 16.30-18.30.