Relazione sul costituendo Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana Dalmata

Il progetto riguardante la creazione di un museo destinato a valorizzare le peculiarità della civiltà delle terre dell'Adriatico settentrionale e orientale nasce contestualmente alla "istituzione permanente" poi denominata Istituto Regionale per la Cultura Istriana (I.R.C.I.) e quindi ridenominata Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata (mod. 17.4.2000, 612/3) cui l'atto costitutivo (art. 5 L.R. 62/1983) assegna il compito della "conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale e delle tradizioni delle popolazioni istriane".
Al fine di poter svolgere tale funzione, all'Istituto è apparso subito indispensabile dotarsi di adeguate strutture, incontrando molte difficoltà nel reperirle. Nel frattempo con l'art. 38 della L.R. 33/1986, modificato dall'art. 34, L.R. 14/1994, venivano stanziati a questo scopo nel bilancio regionale 250 milioni, utilizzati in tempi recenti per la realizzazione della rete telematica interna e per l'informatizzazione dell'Istituto.
Dopo vari tentativi, a sbloccare la situazione è intervenuto un accordo con l'Amministrazione comunale di Trieste, in base al quale la Giunta Municipale, con il provvedimento n.607 del 25.5.1998, "ha deliberato l'affidamento in concessione" all'I.R.C.I. "dell'immobile comunale di via Torino 8" che, tenuto conto delle esigenze dell'Ente, viene ritenuto adeguato alla collocazione della Biblioteca, dell'Archivio, del Centro studi ed elaborazione dati e degli uffici dell'Istituto stesso, nonché idoneo a strutturarvi un museo che testimoni le tradizioni, la storia e le arti delle terre in questione".
Ritenendo troppo gravose per l'Istituto le condizioni finanziarie contenute nella suddetta delibera giuntale, faceva seguito tutta una serie di incontri e trattative alla cui conclusione la stessa Giunta formulava, nella lettera indirizzata alla presidenza dell'I.R.C.I. il 26.5.1999, il determinato proposito "di avviare, da subito ... il progetto della costituzione di un civico museo della cultura istriana, da collocarsi nell'individuato edificio di via Torino. Ciò comporta l'assunzione di precisi oneri da parte di questo Comune, in ordine sia all'adeguamento della sede e al suo allestimento, sia alla gestione ... Le specifiche scelte scientifiche dovranno essere affidate a una commissione di esperti ... nell'ambito di un rapporto convenzionale".
L'Assemblea generale dei soci dell'I.R.C.I., nella seduta del 27.5.1999 accettava con voto unanime l'offerta del Comune di Trieste, sottolineando che "gli oneri di adeguamento, allestimento e gestione della sede sono assunti dal Comune; le dotazioni e i materiali restano di proprietà dell'I.R.C.I.; nell'edificio saranno accorpati anche la sede sociale dell'Istituto con annessi biblioteca ed archivio".
Sin qui la lunga trafila per dare corpo al progetto iniziale dell'Istituto.
Appare opportuno sottolineare che tra l'I.R.C.I. e il Comune è stata stipulata una convenzione e che le indicazioni circa l'utilizzo dell'edificio in parola saranno demandate a un "Comitato scientifico promotore" formato da esperti nominati dai due contraenti.
Una rilevante mole di materiali è già disponibile, essendo costituita dalle masserizie che i profughi istriani hanno depositato negli anni del grande esodo in un magazzino del Punto Franco Vecchio di Trieste, concesse in proprietà all'I.R.C.I. nel 1988 dalla Prefettura di Trieste per decisione del Ministero dell'Interno e recentemente spostate a nuova sede nel magazzino 18, selezionate e riordinate.
Un patrimonio che si accresce in continuazione, arricchito da nuove donazioni o acquisizioni. Non solo per quanto riguarda oggetti aventi valore etnografico e storico, ma anche utensilerie e attrezzature varie.
Accanto a questo nocciolo, la cui natura assume carattere prevalentemente etnografico, coesistono la biblioteca e l'archivio, alimentati da una continua acquisizione di fondi documentari, testimoniali, librari provenienti da famiglie e studiosi legati a quella specifica cultura, non di rado protagonisti della storia delle terre giulie e dalmate.
Tutto troverà la sua giusta valorizzazione in una sede prestigiosa come quella prescelta, agevolati dai moderni mezzi offerti dal sistema di comunicazione multimediale, che sarà al centro dei programmi di valorizzazione e diffusione di una civiltà altrimenti destinata all'estinzione.
Ai fini dell'efficacia dell'iniziativa, appunto, è determinante il fatto che nello stesso sito trovino collocazione, oltre al museo, la sede sociale dell'Istituto, la biblioteca e l'archivio con i servizi annessi, compreso l'apparato di comunicazione multimediale.

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