Abbigliamento tradizionale

Abbigliamento tradizionale

di Roberto Starec

Dopo questa rassegna generale delle raccolte che conservano costumi istriani, passo ora ad esaminare i singoli tipi di indumenti e accessori, femminili e maschili, delle tradizioni italiana, croata e slovena (e inoltre il caso particolare del villaggio di Peroi).

Tratto da:
Coprire per mostrare, l'abbigliamento nella tradizione Istriana (XVII-XIX secolo)
2002 Italo Svevo

Abbigliamento maschile

Leggi

Abbigliamento femminile

Leggi
Leggi tutto: Abbigliamento tradizionale

Decisioni della Commissione Territoriale d'Appello per l'epurazione in Trieste - Epurati dell'area di Pola

APPELLANTE
IMPIEGO-PROFESSIONE
DECISIONE IMPUGNATA
DECISIONE DI APPELLO
DATA DECISIONE DI APPELLO
Albertelli Angelo
Operaio C.R.D.A.
1 mese di sospensione s.p.
proscioglimento
23.01.1947
Apollonio Bruno
Impiegato S.EL.VE.G.
3 mesi di sospensione
proscioglimento
12.09.1946
Asti Maria
Insegnante
10 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
28.03.1946
Baccari Federico
Direttore Didattico
1 anno di sospensione s.p.
1 anno di sospensione s.p.
07.02.1946
Battara Armando
Capo Tecnico Telve
licenziamento
1 mese di sospensione c.s.b.
24.01.1947
Bearzi Maria
Insegnante Ed. Fisica
8 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
28.08.1946
Benedetti Giovanni
Insegnante
Dichiarazione di non idoneità all'insegnamento
proscioglimento
21.03.1946
Benedetti Paola
Insegnante
8 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
20.12.1945
Biasi Ervino
Insegnante Ed. Fisica
licenziamento
18 mesi di sospensione di cui 12 s.p. e 6 c.s.b.
23.05.1946
Bracci Stefano
Insegnante
1 anno di sospensione c.s.b.
conferma
07.02.1946
Boncina Edgardo
Impiegato C. di Risparmio
12 mesi di sospensione c.s.b.
6 mesi di sospensione c.s.b.
26.04.1946
Bozzi Luigi
Impiegato Postale
18 mesi di sospensione
12 s.p. e 6 c.s.b. (r.p.)
07.03.1946
Brussi Aurelio
Farmacista
1 anno di sospensione
conferma
19.12.1946
Buscaglione Enrico
Ispettore Forestale
6 anni di sospensione s.p.
3 mesi di sospensione c.s.b.
07.03.1946
Campanella Corrado
Commesso C. di Risparmio
licenziamento
conferma
22.04.1947
Caravetta Mario
Primario Ospedale Santorio
licenziamento
6 mesi di sospensione s.p.
13.12.1945
Ceccoli Otmaro
Giudice
licenziamento
conferma
01.08.1947
Clemente Vincenzo
Operaio Arsenale
1 anno di sospensione s.p.
1 anno di sosp.ne c.s.b.(r.p.)
23.10.1946
Cleva Renato
Impiegato I.A.M.L.
2 anni di sospensione s.p.
9 mesi di sospensione c.s.b.
07.01.1947
Colla Giuseppe
Ferroviere
6 mesi di sospensione s.p.
1 mese sospensione c.s.b.
07.01.1946
Coreni Cairoli
Impiegato Comunale
6 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
29.04.1946
Criscitello Pasquale
Impiegato Postale
licenziamento
1 anno di sospensione c.s.b.
04.03.1946
D'Ambrosio Alfredo
Applicato di P.S.
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
14.02.1946
Defari Mafalda
Insegnante Ed. Fisica
licenziamento
rinvio
19.06.1946
Demori Umberto
Capotecnico Genio Marina
6 mesi di sospensione s.p.
Annullamento decisione per improcedibilità
11.10.1946
Deni Anna
Insegnante
1 anno di sospensione c.s.b.
proscoglimento
07.02.1946
Deni Augusta
Insegnante
8 mesi di sospensione c.s.b.
proscoglimento
12.07.1946
De Angelini Angelo
Messaggero Postale
licenziamento
1 anno di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
07.03.1946
Di Chiara Matteo
Commissario Manifatture Tabacchi
1 anno di sospensione s.p.
6 mesi di sospensione s.p.
14.03.1946
Dinelli Egidio
Agente delle Imposte
1 anno di sospensione s.p.
3 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
03.07.1946
Dinelli Lino
Farmacista
2 anni di sospensione
conferma
11.09.1946
Domingo Mario
Impiegato della Esattoria Consorziale
8 mesi di sospensione s.p.
3 mesi di sospensione c.s.b.
14.03.1946
Draghicchio Umberto
Portalettere
licenziamento
1 anno di sospensione c.s.b.
27.12.1945
Fabretto Giordano
Odontotecnico l.p.
12 mesi di sospensione
1 mese di sospensione
28.05.1947
Fabris Gioachino
Fattorino I.N.I.
licenziamento
6 mesi di sospensione c.s.b.
02.01.1946
Fabro Bernardo
Insegnante
licenziamento
1 anno di sospensione c.s.b.
07.02.1946
Fallani Mario
Impiegato Postale
9 mesi di sospensione s.p.
3 mesi di sospensione c.s.b.
23.01.1947
Falletti Pietro
Impiegato Banca d'Italia
licenziamento
8 mesi di sospensione c.s.b.
21.03.1946
Garimberti Arrigo
Impiegato Comunale
6 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
02.08.1946
Giachin Giuseppe
Impiegato C. di Commercio
9 mesi di sospensione s.p.
9 mesi di sospensione c.s.b.
22.11.1946
Giadrini Simeone
Impiegato di Prefettura
1 anno di sospensione s.p.
1 meses di sospensione s.p.
27.12.1945
Gissi Giovanni
Impiegato Esattoria Comunale
licenziamento s.p.
2 anni di sospensione s.p.
07.02.1947
Gollessi Giovanni
Impiegato Comunale
16 mesi di sospensione s.p.
6 mesi di sosp.ne s.p. (r.p.)
22.01.1947
Longo Cosimo
Impiegato Comunale
licenziamento
conferma
13.06.1946
Macchione Giuseppe
Ferroviere
licenziamento
1 mese di sospensione c.s.b.
04.03.1946
Manzini A.
Ingegnere l.p.
6 mesi di sospensione
1 mese di sospensione c.s.b.
20.08.1946
Marini Umberto
Ricevitore Imposte
1 anno di sospensione s.p.
conferma
26.09.1946
Martinoli Marco
Comandante Vigili Urbani
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
11.04.1946
Matticchio Attilio
Ufficio Postale
licenziamento
12 mesi di sospensione c.s.b.
11.04.1946
Matticchio Pietro
Agente Imposte di Consumo
6 mesi di sospensione s.p.
5 mesi di sospensione c.s.b.
19.06.1946
Mattioli Ermanno
Insegnante
proscioglimento c.s.b.
3 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
08.11.1946
Mattioli Maria
Insegnante
1 anno di sospensione s.p.
proscioglimento
12.07.1946
Mattioli Moraro Antigone
Insegnante
6 mesi di sospensione c.s.b.
4 mesi di sospensione c.s.b.
28.08.1946
Minutti Francesco
Insegnante Ed. Fisica
licenziamento
15 giorni di sosp.ne c.s.b.
10.01.1946
Morari Vittoria
Impiegato I.N.I.
6 mesi di sospensione
1 anno di sospensione
24.01.1946
Moro Primo
Impiegato Genio Civile
9 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
19.07.1946
Musco Giovanni
Operaio Manifattura Tabacchi
10 mesi di sospensione s.p.
6 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
11.10.1946
Panzini Rodolfo
Impiegato C. di Risparmio
6 mesi di sospensione s.p.
3 mesi di sospensione c.s.b.
19.06.1946
Penco Tullio
Commesso di Banca
3 mesi di sospensione s.p.
15 giorni di sosp.ne c.s.b.
12.07.1946
Pian de Posarelli M.
Insegnante
6 mesi di sospensione s.p
conferma
06.12.1945
Pozzari Osvaldo
Commesso Postale
licenziamento
proscioglimento
07.03.1946
Raffael Raffaele
Impiegato C. di Risparmio
6 mesi di sospensione
7 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
19.06.1946
Ravignani Antonio
Ufficiale Postale
licenziamento
15 giorni di sospensione
28.03.1946
Robba Omero
Direttore Cassa Conguagli
6 mesi di sospensione s.p.
6 mesi di sospensione c.s.b.
05.07.1946
Rossanda Lodovico
Agente Imposte Consumo
9 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
01.08.1946
Rossi Remo
Direttore R.A.C.I.
8 mesi di sospensione s.p.
6 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
14.06.1946
Rudan Giovanni
Impiegato C. di Risparmio
4 mesi di sospensione c.s.b.
conferma
13.06.1946
Russi Giovanni
Insegnante
6 mesi di sospensione s.p.
conferma
07.02.1946
Sai Giuseppe
Segretario E.C.A.
1 anno di sospensione
2 mesi di sospensione c.s.b.
24.06.1946
Sauri Giuseppe
Impiegato I.A.M.L.
8 mesi di sospensione c.s.b.
6 mesi di sospensione c.s.b.
22.11.1945
Sergi Saverio
Ferroviere
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
14.03.1946
Serli Tiberio
Impiegato C. di Risparmio
licenziamento
8 mesi di sosp.ne c.s.b. (r.p.)
01.08.1946
Sinek Beniamino
Operaio Arsenale
licenziamento
proscioglimento
22.01.1947
Sirolla Francesco
Impiegato I.N.I.L.
3 mesi di sospensione s.p.
conferma
25.04.1946
Sivilotti Marino
Direttore C. di Risparmio
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
27.12.1945
Stagni Attilia
Insegnante
licenziamento
1 anno di sospensione s.p.
27.12.1945
Steni Francesco
Operaio Genio Marittimo
licenziamento
1 anno di sospensione c.s.b.
28.03.1946
Talatin Romualdo
Impiegato base navale
18 mesi sospensione s.p.
9 mesi di sospensione c.s.b.
24.01.1947
Toffoletti Carlo
Direttore Didattico
licenziamento
6 mesi di sospensione c.s.b.
31.01.1946
Tommasi Marcello
Portalettere
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
20.12.1945
Urbani Mario
Insegnante ed. fisica
licenziamento
6 mesi di sospensione c.s.b.
09.05.1945
Ursini Sergio
Procuratore imposte
1 mese di sospensione s.p.
6 mesi di sospensione c.s.b.
30.08.1946
Valtellina Italo
Impiegato Arsenale
3 mesi di sospensione s.p.
conferma
11.10.1946
Vidoni Miani Paola
Insegnante ed. fisica
10 mesi di sospensione
proscioglimento
26.04.1946
Villatora Virgilio
Impiegato Comunale
3 mesi di sospensione s.p.
3 mesi di sospensione c.s.b.
10.11.1946
Visintin Antonio
Commesso Postale
1 anno di sospensione s.p.
8 mesi di sospensione c.s.b.
06.12.1945
Wolf Giuseppe
Impiegato Uff. del Lavoro
licenziamento
3 mesi di sospensione c.s.b.
28.08.1946
Zivoli Antonio
Operaio Manifat.ra Tabacchi
6 mesi di sospensione s.p.
proscioglimento
23.01.1947
Zucconi Emilio
Agente generale I.N.A.
licenziamento
proscioglimento
24.04.1946
Legenda :
s.p. senza paga
c.s.b. con stipendio base
c.s.n. - L. con stipendio normale meno Lire ... mensili
r.p. restituzione del "premio del ventennale" o di altri premi da qualifica fascista
Fonte : Governo Militare Alleato, Gazzetta Ufficiale, 1945-1946
Commissione Straordinaria di Epurazione, Trieste, Verbali di riunione in Camera di Consiglio, vol. I-II

 

Indietro

Epurazione di frontiera

Epurazione di frontiera

di Roberto Spazzali

L'epurazione del fascismo nella Venezia Giulia assunse toni e significati diversi dal resto d'Italia. In considerazione della particolare situazione posta dalla divisione territoriale della regione, nelle due zone d'occupazione, anglo-americana e jugoslava, tra il 1945 e il 1948 fu posta in essere una duplice epurazione che tendeva a proprie finalità : nella zona A (Trieste, Gorizia, Pola) ristabilire la democrazia con un occhio rivolto alla riconciliazione nazionale, nella zona B (Istira) avviare un profondo processo di sovvertimento dei ruoli politici e sociali in vista della futura annessione jugoslava. Nella Venezia Giulia, l'epurazione avvenne in una condizione meta-normativa, in quanto le autorità civili e militari decisero d'operare autonomamente, seguendo specifici criteri di valutazione del livello di compromissione. Dopo gli anni del fascismo, le persecuzioni delle popolazioni slave, le leggi razziali, la guerra d'aggressione, le stragi istriane dell'autunno 1943, le deportazioni naziste dei venti mesi d'occupazione, le liquidazioni jugoslave del maggio-giugno 1945, si trattava di aprire un ulteriore, doloroso, capitolo sul comportamento di tutta la società di una regione di frontiera interessata da una lunga fase di tensione nazionale, politica e sociale, che non poteva essere semplificata. Invece si giunse alla semplificazione, come inevitabile passaggio al dopoguerra. Nella zona A, oltre alla necessità di ritornare allo stato di diritto, intervenne l'esigenza di chiudere rapidamente la parentesi fascista, con un numero piuttosto limitato di sanzioni. I conti col fascismo vennero fatti sul peso della politica addotata a partire dalle leggi razziali e dalla guerra civile e non tanto dal regime come tale. Nella zona B, gli autoreferenziati Poteri Popolari colsero nei processi d'epurazione l'occasione per giustificare le liquidazioni del maggio'45 e per espellere la classe dirigente italiana d'Istria, ponendo una seria ipoteca sul futuro della Regione, anche se ogni località addottò criteri individuali. Inoltre, in seno al Partito Comunista della Regione Giulia si coltivò l'ambizione di completare l'epurazione più radicale, qualora fosse stato costituito il Territorio Libero di Trieste, ma la classe operaia triestina non aderì e non partecipò al disegno, provocandone il fallimento.
Dalla ricerca, operata su documentazione inedita e per la prima volta disponibile, emerge un volto inaspettato della società giuliana, colta in una fase cruciale della storia del Novecento.
In appendice al volume e qui in linea gli elenchi degli epurati della zona A e della zona B.

Tratto da:
Epurazione di Frontiera 1945-48. Le ambigue sanzioni contro il fascismo nella Venezia Giulia.
I.R.C.I. - LEG, Gorizia, 2000
pagg. 408 ( 14 x 21 cm)

Leggi tutto: Epurazione di frontiera

Decisioni della Commissione Territoriale d'Appello per l'epurazione in Trieste - Epurati dell'area di Gorizia

APPELLANTE
IMPIEGO-PROFESSIONE
DECISIONE IMPUGNATA
DECISIONE DI APPELLO
DATA DECISIONE DI APPELLO
Albertelli Angelo
Impiegato Postale
1 mese di sospensione
10 giorni di sosp.ne c.n.s - L. 2000
09.10.1946
Avogadro Carlo
Medico l.p.
8 mesi di sospensione
5 mesi di sospensione
03.07.1946
Baggiani Aurelio
Guardia Forestale
4 mesi di sospensione
proscioglimento
31.10.1946
Ballaben Romano
Custode del Macello
licenziamento
conferma
17.06.1946
Bellinger Antonio
Ingegnere l.p.
3 mesi di sospensione
proscioglimento
02.09.1946
Bertossi Norma
Dattilografa
2 mesi di sospensione
Annullamento per improcedibilità
06.11.1946
Breccia Michelangelo
Impiegato F.S.
Licenziamento
24 mesi di sosp.ne di cui
15 s.p. e 9 c.s.b. (r.p.)
03.10.1946
Boccini Mario
Avvocato l.p.
8 mesi di sospensione
conferma
22.08.1946
Boldarin Giuseppe
Ferroviere
4 mesi di sospensione
proscioglimento
29.04.1946
Bussini G.
Veterinario l.p.
4 mesi di sospensione
2 mesi di sospensione
04.05.1946
Caccese Francesco
Ingegnere l.p.
18 mesi di sospensione
conferma
07.11.1946
Cantagalli Galliano
Geometra l.p.
6 mesi di sospensione
conferma
10.02.1947
Canziani Rodolfo
Ingegnere l.p.
3 mesi di sospensione
proscioglimento
23.07.1946
Casarsa Francesco
Infermiere Osp. Psichiatrico
2 mesi di sospensione c.s.n. - L. 2000
1 mese di sospensione c.s.n. - L.2000
20.02.1947
Cassanego Elda
Insegnante l.p.
1 anno di sospensione s.p.
1 mese di sospensione c.s.b.
13.05.1946
Castelli Guido
Odontoiatra l.p.
1 mese di sospensione
proscioglimento
25.07.1946
Dalla Valle Corrado
Ingegnere l.p.
6 mesi di sospensione
conferma
03.06.1946
Delise Renato
Procuratore Imposte dirette
2 mesi di sospensione c.s.b.
proscioglimento
27.12.1945
Delneri Luigi
Usciere I.N.F.A.I.L.
1 mese di sospensione c.s.b.
conferma
14.11.1946
Delpin Luigi
Medico l.p.
3 mesi di sospensione
2 mesi di sospensione
27.06.1946
Eliseo Michele
Ferroviere
licenziamento
Rinvio alla I Istanza
13.05.1946
Falcone Rolanio
Custode Palazzo della Provincia
6 mesi di sospensione c.s.b.

conferma

22.10.1946
Fornari Alessandro
Questore
licenziamento
conferma
13.12.1945
Gasser Carlo
Capo Ufficio SE.PR.AL.
1 mese di sospensione c.s.b.
proscioglimento
07.02.1946
Genovese Rodolfo
Medico l.p.
2 mesi di sospensione
proscioglimento
25.07.1946
Giacconi Felice
Medico l.p.
3 mesi di sospensione
conferma
25.04.1946
Ghiandai Alfredo
Impiegato Postale
3 mesi di sospensione c.s.b. - L. 1000
1 mese di sospensione c.s.b. - L. 2000
09.10.1946
Gnot Sergio
Geometra l.p.
3 mesi di sospensione
2 mesi di sospensione
19.09.1946
Guerzoni Antonio
Guardiano Idraulico
4 mesi di sospensione c.s.b. - L. 2000
2 mesi di sospensione c.s.b. - L. 2000
22.10.1946
Gullo Vincenzo
Insegnante
4 mesi di sospensione c.s.b.
Proscioglimento
14.06.1946
Kotnik Andreanna
Assistente Sanitaria l.p.
5 mesi di sospensione dall'albo
proscioglimento
26.04.1946
Kürner Ludovico
Farmacista l.p.
8 mesi di sospensione
6 mesi di sospensione
19.12.1946
Lucchetti Roberto
Ferroviere
2 mesi di sospensione
conferma
18.12.1946
Lupieri Roberto
Capo Uff. Statistica Agraria
1 anno di sospensione c.s.b.
3 mesi di sospensione c.s.b.
29.08.1946
Macorini Francesco
Impiegato Comunale
Licenziamento
rinvio alla I istanza
24.10.1946
Mantovani Angela
Impiegato Postale
6 mesi di sospensione c.s.b.
proscioglimento
04.04.1946
Marcelli Guglielmo
Ferroviere
1 anno di sospensione c.s.b.
conferma
21.08.1946
Marrone Salvatore
Cancelliere di Pretura
15 giorni di sospensione c.n.s. - L. 1000
proscioglimento
09.10.1946
Marsano Matteo
Capo Ispettore Agrario
2 mesi di sospensione c.s.n. - L. 2000
15 giorni di sospensione c.s.n. - L. 1000
14.11.1946
Marzillo Francesco
Impiegato Provincia
2 mesi di sospensione c.s.n. - L. 2000
conferma
04.11.1946
Massi G.
Veterinario
2 mesi di sospensione
proscioglimento
27.06.1946
Mayer Alerto
Procuratore di Stato
licenziamento
14 mesi di sospensioneDi cui 7 s.p. e 7 c.s.b.
10.10.1946
Merluzzi Silvano
Farmacista
2 mesi di sospensione dall'albo
proscioglimento
16.05.1946
Miagostovich Giovanni
Avvocato l.p.
2 mesi di sospensione
1 mese di sospensione
21.10.1946
Michelazzi Bruno
Impiegato C. di Risparmio
1 anno di sospensione s.p.
8 mesi di sospensione c.s.b.
06.12.1946
Montanari Giovanni
Insegnante privati l.p.
3 mesi di sospensione
1 mese di sospensione
31.10.1946
Mulloni Uria L.
Impiegato Comunale
1 mese di sospensione
proscioglimento
21.09.1946/ c.s.n. - L. 2000
Netzbandt Irma
Insegnante
licenziamento
Rinvio alla I istanza
07.11.1946
Obizzi marchese Gastone
Farmacista
5 mesi di sospensione
proscioglimento
05.09.1946
Papis Federico
Ingegnere
3 mesi di sospensione
proscioglimento
21.11.1946
Pascoli Bruno
Procuratore legale
2 mesi di sospensione
proscioglimento
28.10.1946/ Libero Professionista
Pascoli Valentino
Avvocato l.p.
8 mesi di sospensione
proscioglimento
27.05.1946
Perelli Renato
Perito Industriale
2 mesi di sospensione
proscioglimento
05.09.1946
Persia Vittorio
Medico
2 mesi di sospensione
proscioglimento
25.03.1946
Piazzesi Corrado
Geometra
6 mesi di sospensione
proscioglimento
21.04.1946
Principe Renato
Medico
3 mesi di sospensione
proscioglimento
25.07.1946
Rizzo Tito
Medico
3 mesi di sospensione
45 giorni di sospensione
08.08.1946
Rodenigo Evelino
Avvocato l.p.
2 mesi di sospensione
proscioglimento
11.04.1946
Sabato Raffaele
Avvocato l.p.
4 mesi di sospensione
conferma
23.07.1946
Tasselli Giovanni
Impiegato F.S.
licenziamento
Estinta azione
28.03.1946
Verzengassi Rodolfo
Avvocato
4 mesi di sospensione
3 mesi di sospensione
29.06.1946
Visintin Riccardo
Ingegnere l.p.
4 mesi di sospensione
2 mesi di sospensione
24.05.1946
Vismara Italo
Commissario Cassa di Risparmio
1 mese di sospensione c.s.n. - L. 2000
proscioglimento
 
Zanutto Edoardo
Infermiere
15 giorni di sospensione c.s.n. - L. 1000
conferma
19.09.1946
Zaroli Clemente
Ingegnere
3 mesi di sospensione
1 mese di sospensione
29.04.1946
Zavagli Piero
Medico l.p.
2 mesi di sospensione
proscioglimento
24.10.1946
Legenda :
s.p. senza paga
c.s.b. con stipendio base
c.s.n. - L. con stipendio normale meno Lire ... mensili
r.p. restituzione del "premio del ventennale" o di altri premi da qualifica fascista
Fonte : Governo Militare Alleato, Gazzetta Ufficiale, 1945-1946
Commissione Straordinaria di Epurazione, Trieste, Verbali di riunione in Camera di Consiglio, vol. I-II

 

Indietro

Il documento storico commissione italo-slovena: un punto di partenza con qualche ombra

di Robero Spazzali

La ricerca che verrà dovrà lavorare sulle fonti e sui documenti, a patto che ci sia la volontà politica di renderli pienamente disponibili. Le interpretazioni storiografiche non sono più sufficienti.

La pubblicazione del documento prodotto dalla Commissione storica italo-slovena non ha provocato particolare clamore che qualcuno s'attendeva, dopo il prolungato silenzio da parte dei rispettivi ministeri degli esteri, effettivi committenti dell'opera. Il dibattito si è esaurito nel giro di pochi interventi, comparsi prevalentemente sulla stampa locale - scarso è stato il risalto sulla stampa nazionale - dopo che "Il Piccolo" aveva pubblicato il testo integrale, in seguito ad alcune indiscrezioni comparse su un quotidiano sloveno: indiscrezioni che facevano riferimento ad una versione non definitiva del documento. Sono state mosse delle critiche, senza particolari eccessi, a manifestare una certa insoddisfazione per i risultati conseguiti, ben al di sotto le aspettative. D'altra parte, alcune anticipazioni potevano essere colte nei lavori più recenti di Pupo ed Apih, componenti la Commissione: orientamenti storiografici ed interpretativi non molto lontani dal contributo poi dato in seno ai lavori; d'altra parte, ben difficilmente se ne sarebbero discostati, dal momento che i loro studi hanno contribuito, senza sollevare critiche o clamori, a riposizionare la storiografia italiana sulla questione del confine orientale.
L'incontro Fini -Violante a Trieste, del 14 marzo 1988, è stato di ben minore spessore storico, inutile sul piano geo-politico e perfino politico italiano: d'altra parte nulla doveva produrre e nulla ha prodotto, eppure il clamore, le contestazioni - da destra e da sinistra - non sono mancate. Effettivamente qualcuno temeva un accordo politico, sul piano della riforma costituzionale, che poi non c'è stato. Paradossalmente il documento va bene più a destra che a sinistra, perché toglie alla prima l'onere di doverlo presentare, senza ripudiarlo, dal momento che, nel corso del 1994, governo Berlusconi in carica, la Commissione era insediata e non aveva posto condizioni ai lavori degli storici italiani, o pregiudiziali verso i componenti.
Qui voglio confermare quanto ho avuto occasione di dichiarare a caldo: non vedo il documento come un compromesso, ma una convergenza - che non deve essere intesa come un accomodamento -, un punto di partenza per ricerche che dovranno avvenire, anche sulla base di alcuni vuoti dettati dall'assenza di studi esaustivi. Se da parte italiana è stato prodotto il massimo sforzo, senza nulla imputare agli storici che hanno operato in seno alla Commissione, questo allora coincide con il modesto orizzonte storiografico italiano che finora ha operato in modo contingente, senza abbracciare interi periodi, senza operare, nel caso di una storia di confine, adeguate comparazioni. D'altra parte non si poteva nemmeno attendere dalla parta italiana un'operazione in grado di colmare lacune e censure decennali. Però tenere in considerazione i lavori svolti, anche in condizioni sperimentali, capaci di dire qualcosa di nuovo si doveva fare. Qui non si deve tirare fuori nessuno tra coloro che si sono occupati a fondo della storia giuliana o del confine orientale, ma va impostata completamente la ricerca su nuove basi. Bisogna tornare alla storia fattuale, perché la ricerca delle sole interpretazioni non paga.
Leggendo la relazione, ho l'impressione che il contributo espresso dagli storici italiani avanzi per punti: sento alcune diacronie proprie dell'assenza di ricerche adeguate, della mancata considerazione di altre, mentre nella stesura da parte slovena è più chiaro il disegno unitario, che non si discosta dall'esigenza di riscrivere la storia slovena usando la penna di una rinnovata storiografia, senza per questo cedere da alcuni motivi d'orgoglio nazionale.
Così dalla parte italiana è prevalsa l'esigenza di rispettare la linea interpretativa, mentre in quella slovena i fatti, anche se in tutta la relazione mancano gli attori degli oltre cent'anni presi in esame: non casualmente gli unici nomi eccellenti sono dei vescovi di Gorizia, Sedej e Fogar, quali oggetto delle persecuzioni fasciste. Mancano tutti i protagonisti degli ultimi 120 anni di storia della Venezia Giulia. In trenta pagine di relazione sarebbe stato difficile prendere in esame nel dettaglio gli aspetti più complessi, ma non sappiamo com'è stata decisa la forma da adottare.
Non sono in grado di dire come la Commissione ha operato, ma c'era d'attendersi la richiesta da parte degli studiosi italiani di una raccolta d'informazioni o di dati, di un lavoro di gruppo alle loro spalle. Un'azione congiunta d'esperti avrebbe fornito ulteriori argomentazioni e nuovi elementi. Vado con la mente all'esempio che è fornito dalle conclusioni della Commissione Anselmi, sui beni sottratti agli ebrei in forza delle leggi razziali: in due anni di lavoro, principalmente svolto negli archivi statali e degli istituti di credito, è stato possibile ricostruire nel dettaglio l'entità delle sottrazioni e dei sequestri. Non mi risulta che, altrettanto, sia stato fatto, con la forza del dettaglio amministrativo per i beni sequestrati agli italiani dei territori ceduti alla Jugoslavia. E' chiaro, invece, che ogni elemento di giudizio ed ogni fattore interpretativo deve essere preceduto da un riscontro attento e preciso delle fonti.
Informalmente mi era stato anticipato da un componente della Commissione, fin dal 1993, questo indirizzo, che non è mai stato messo in atto, almeno per quanto mi riguarda. Hanno agito allo stesso modo pure gli storici sloveni, oppure hanno utilizzato al meglio i loro esperti ed i ricercatori in grado di fornire dati utili alla loro causa?
Se andiamo a prendere in esame il profilo della parte italiana della Commissione riconosciamo solo alcuni storici effettivamente preparati nella ricerca d'archivio, in quanto hanno fondato le loro lavori su quel tipo d'esperienza: la presenza di un romanziere, come il defunto Fulvio Tomizza, o di un consigliere di Cassazione, ex politico, come Lucio Toth, risultava affatto conferente con le concrete esigenze di una Commissione chiamata a lavorare sulle carte e non tanto a porre autorevoli sigilli.

Spendibilità del Documento
Voglio ricordare che la Commissione mista di storici nasceva da una mozione presentata da un consigliere comunale Dc di Trieste, Giuseppe Pangher, ed approvata dall'unanimità del Consiglio Comunale il 27 settembre 1990. L'esigenza nasceva dall'onda emotiva provocata dalla "scoperta" a Lubiana di un registro carcerario, comprendente un centinaio di deportati da Trieste e Gorizia, scomparsi tra il dicembre 1945 e il gennaio 1946 dalle carceri dell'Ozna di Lubiana. Il fatto era noto, in quanto la stampa coeva ne aveva parlato al rientro (1947) di altri detenuti e la presenza di tale elenco era stata citata da Ennio Maserati nel suo "L'occupazione jugoslava di Trieste" (1966).

La "scoperta" lubianese non era casuale e va inserita nel tentativo degli storici sloveni di rinverdire i fasti della storia slovena, fuori dalle more di quella jugoslava: erano prove di secessione leggera, coincise rima con l'inaugurazione nel 1988 del museo di Caporetto sulla Grande Guerra (in verità, apologia della guerra slovena sull'Isonzo), poi con il pellegrinaggio del vescovo di Lubiana e del premier Kukan a bosco di Kokevije ad onorare i caduti sloveni per mano degli jugoslavi di Tito. Qualche mese dopo sarebbe arrivato il referendum sulla secessione slovena. Il rinvenimento è del tutto casuale da parte del prof. Tone Ferenc, autore di molti studi sul movimento partigiano jugoslavo, della prima pubblicazione sull'occupazione italiana della Slovenia, nonché teste nel processo per i crimini della Risiera, al quale si deve una puntigliosa ricostruzione del sistema collaborazionistico e poliziesco nel Litorale Adriatico. Ferenc in quel tempo stava cercando altre vittime, quelle per mano jugoslava, ma le vittime cercate erano quelle slovene, invece saltarono fuori anche quelle italiane. La divulgazione della notizia è tesa a creare un'onda emotiva, cosa che si verifica puntualmente avendo negli occhi ancora le immagini dei "massacri" di Timisoara, ed a cercare futura solidarietà per quanto la Slovenia si appresta a fare. Agli occhi dell'opinione pubblica triestina, la Slovenia, dimostrando tanta improvvisa disponibilità sullo scomodo passato comunista, passava al tempo stesso dalla parte delle vittime, potendone annoverare in numero gran lunga superiore a quanto denunciato da parte italiana. Il responsabile è individuato il comunismo jugoslavo, il titoismo, dal quale Lubiana ha già consumato lo strappo. Non dimentichiamo che la pubblicazione di alcune fotografie di deportati e deportazioni jugoslave, avvenute qualche tempo prima per opera dell'Editrice Goriziana, che non si era mossa con intenti speculativi, aveva portato ad una prima onda emotiva, ma l'iniziativa di Pangher, esaudiva un'esigenza locale, già espressa due anni prima da alcune richieste d'istituzione di commissioni parlamentari, dopo la "scoperta" di buste "segrete" negli archivi della Farnesina. Nessun segreto, in verità, perché quelle buste erano da tempo pubbliche, ma nessuno ne aveva fatto richiesta.
Certamente dal documento, la storiografia slovena fa la figura migliore: esce definitivamente dalle pastoie del mito titoista e lascia intendere che il problema delle responsabilità non può essere liquidato come "colpe del regime" o di un sistema di potere.
Rimangono però le divergenze con la storiografia italiana, sull'interpretazione della Grande Guerra, del mito fondativo della lotta di liberazione, sulle cause, dinamiche e conseguenze dell'esodo italiano dall'Istria.

Punti di debolezza
Il documento mantiene una schematizzazione tra il concetto di nazione affermata, gli italiani del Litorale, ed una formazione ed ascesa, gli sloveni. Emerge una storia dal punto di vista delle relazioni tra due nazioni, o meglio la storia di una regione tra due popoli, col pericolo di scivolare nella contingenza di dare soddisfazioni alle aspettative politiche.
Negli ultimi vent'anni dell'800 gli sloveni sono già emancipati e bene inseriti nel sistema asburgico, dal quale attendono qualche cosa in più proprio in Carniola, soprattutto nel campo dell'istruzione (i moti di Celje per il ginnasio sloveno sono indicativi), dove i rapporti con i tedeschi già sono tesi.
C'è un episodio, non secondario nel quadro delle relazioni tra italiani e sloveni a Trieste: gli incidenti del 1867, certamente provocati da garibaldini, ma che si trasformano in un piccolo pogrom contro la comunità ebraica e che porteranno allo scioglimento cautelare della Guardia Nazionale, costituita prevalentemente da elementi sloveni del circondario.
Inoltre non viene definita la posizione degli sloveni sulle sorti da destinare a Trieste e Gorizia, prima e durante la Grande Guerra. Manca un accenno alla svolta portata nelle coscienze degli sloveni le conseguenze della rotta di Caporetto. Sull'Isonzo i combattenti sloveni furono incentivati dalla propaganda austriaca a combattere per difendere il proprio suolo nazionale e la "riconquista" di Gorizia fu salutata dalla stampa liberale lubianese come una consacrazione alle ambizioni nazionali.
Un anello debole è dato poi nella ricostruzione delle vicende successive all'occupazione tedesca ed alla costituzione della Zona d'Operazioni Litorale Adriatico: qui si privilegiano gli aspetti psicologici rispetto la ricostruzione fattuale, senza un necessario approfondimento sulle forme del collaborazionismo e sulle ambiguità. Le condizioni poste a Gorizia dall'occupazione tedesca e dalla lotta partigiana non sono adeguatamente prese in considerazione, eppure nel capoluogo isontino si giocò una partita importante nei rapporti tra sloveni e italiani. Non un accenno al doppio gioco tentato dal prefetto Pace con tedeschi e sloveni, all'offerta dei partigiani sloveni di giungere ad una tregua con i tedeschi (estate '44), al desiderio comune (tedesco e sloveno) di neutralizzare la presenza militare italiana in città.
Anche il capitolo del dopoguerra è affrontato in una condizione d'assenza di studi specifici: si accenna alle violenze, soprattutto verso gli sloveni del goriziano e delle valli del Natisone, per opera di organizzazioni paramilitari italiane, ma non s'indaga sull'esatta consistenza della controparte, che certamente era preparata allo scontro. Mi limito a solo queste osservazioni per richiamare l'attenzione su un rinnovato impegno nella ricerca.

Punti di forza
Il primo aspetto che emerge dal documento e l'arco cronologico, compreso tra il 1880 e il 1956, che indica un secolo lungo, rompendo gli schemi interpretativi più recenti che fanno risalire l'inizio delle condizioni problematiche, nelle relazioni italo-slovene, dalla fine della prima guerra mondiale. Un'interpretazione che ha portato alla facile considerazione che, con il crollo del sistema austro-ungarico e l'arrivo dell'amministrazione italiana, coincide con l'avvio di una lunga fase di disordine e di deterioramento dei rapporti tra i principali gruppi nazionali.
Un altro aspetto emerge dal riconoscimento dell'atteggiamento degli sloveni di fronte al fascismo: l'adesione politica e l'opera di snazionalizzazione portata dall'interno, come percorso d'emancipazione sociale; i rapporti tra le frange terroristiche nazionaliste slave e i servizi segreti jugoslavi e britannici; la consistenza del collaborazionismo sloveno durante l'occupazione italiana della Slovenia; la posizione minoritaria dei comunisti rispetto l'orientamento comune degli sloveni, ma la sua egemonia in seno al Fronte di Liberazione.
C'è una netta ammissione del disegno preordinato sulla Venezia Giulia, messo in atto con gli arresti e le deportazioni: epurazioni preventive, dove pure gli italiani filojugoslavi hanno le loro responsabilità. Si riconosce la spinta impressa dalle autorità jugoslave a ridurre il gruppo egemone italiano nella zona B, prima con un allineamento conforme al disegno del nuovo stato jugoslavo e poi con un repentino processo di snazionalizzazione dell'Istria, per mezzo di diversi strumenti di pressione e terrore.
Per questo va detto che si coglie un quadro storiografico sloveno rinnovato, che si distanzia notevolmente da quello espresso solo qualche anno fa, in merito al mito della "nazione vittima", dagli studi di Pirjevec e Kacin-Bohinc.

Ciò che non si dice.
Sufficientemente espresse le osservazioni sul problema delle fonti - non bisogna dimenticare che i documenti riguardanti i rapporti tra il Pcus ed i comunisti italiani e jugoslavi, sono stati sottoposti a nuovo vincolo da parte dell'autorità russe, e pare che una richiesta in tal senso sia giunta proprio da Roma e Belgrado - il documento deve essere inteso come un punto di partenza per ricerche che dovranno inevitabilmente avviarsi: gli archivi di Belgrado, appunto, sono in grado d'offrire documenti certamente importanti (uno di questi pubblicato recentemente da Sandor Mattuglia sui "Quaderni Giuliani di Storia" - 1/2000) che lumeggiano su aspetti poco noti; lo stesso può essere affermato per gli archivi del Pci, conservati presso l'Istituto Gramsci di Roma, con documenti, a detta di chi li ha potuti vedere, sotto utilizzati o affatto noti.
Quest'ultimo argomento ci porta al nodo cruciale della liquidazione della dirigenza italiana dei comunisti triestini, coincidente con l'egemonia slovena sul Fronte di Liberazione, con l'orientamento filojugoslavo delle formazioni garibaldini e la decapitazione tedesca della resistenza italiana. C'è qualcosa d'emblematico nel citato tentativo d'accordo tra i tedeschi ed i partigiani sloveni, avviato nell'estate del 1944.
Per quanto riguarda l'Istria sotto la pertinenza slovena, il programma d'epurazione dell'elemento fascista avviene per opera di soggetti italiani filojugoslavi; gli esponenti sloveni rimangono del tutto estranei alle decisioni, anzi a Capodistria operano due sezioni del Tribunale del Popolo: una italiana e l'altra slovena, col compito di giudicare separatamente i soggetti che appartengono ai due gruppi nazionali. E' ben vero che la "fratellanza" italo-slovena durò fino al 1948, però lo scollamento dalle posizioni di collaborazione si registrò già nel 1946, quando fallì la nuova campagna d'epurazione fascista, voluta dall'Uais di Trieste: fallì per un'espressa volontà che giungeva dal basso, dalla classe operaia già insofferente alle parole d'ordine dei dirigenti comunisti, desiderosa di lavorare e vivere in pace.
Anche questi aspetti dovevano essere presenti in un documento che aveva la pretesa di riposizionare giudizio e fatti, proiettandosi fino al profondo dopoguerra, fino alla metà degli anni cinquanta.

Indietro