Il lavoro dell'I.R.C.I.

La tutela delle sepolture italiane in Istria, pianificata dall'I.R.C.I. nel 1995, per l'area di giurisdizione croata, ha avuto inizio nel 1996 con le ricognizioni di ben 177 cimiteri, durante le quali, oltre alla stesura dei verbali, sono state scattate oltre 17.000 fotografie. Negli anni successivi, queste sono state debitamente catalogate assieme alla trascrizione delle epigrafi.
Nello stesso periodo si è provveduto alla raccolta di tutte le norme legislative di ordine cimiteriale (statali e comunali) in vigore; nel 1998, con l'approvazione della nuova legge sui cimiteri della Croazia vi si sono aggiunti anche gli aggiornamenti - tariffe comprese. È stata inviata ai comuni copia dei nostri verbali di ricognizione e la richiesta di includere nelle nuove disposizioni la tutela provvisoria dei monumenti funebri eretti fino al 31 dicembre 1956 (data che ha segnato la fine delle opzioni e dell'esodo). Si è chiesto anche di poter aggiornare reciprocamente i dati di quelle sepolture che risultassero abbandonate oppure in arretrato con i pagamenti dei canoni, ecc. Ciò è auspicabile per poter passare nel 2000 alla dovuta contrattazione per il mantenimento in loco delle sepolture di nostro interesse (circa 7000) e laddove ciò non sia più possibile, al trasferimento del monumento in apposito lapidario da istituire entro o fuori le mura del cimitero in questione.
La nuova legge sui cimiteri in Croazia prevede il diritto di uso perpetuo della sepoltura riscattandola dietro pagamento e riconosce questo diritto a chi lo deteneva in precedenza. Da quanto ci risulta, non tutte le amministrazioni cimiteriali sono in possesso della documentazione relativa ai periodi austriaco e italiano, per cui si raccomanda agli interessati a far valere le proprie ragioni presentando i documenti in loro possesso oppure stilando e inviando una dichiarazione autocertificativa per attestare, esplicitare e garantirsi tali diritti.
Durante le ricognizioni del 1996 sono stati registrati 707 monumenti e lapidi con epigrafi italiane deteriorate. A questi, nel 1999, durante la nuova ricognizione se ne aggiunsero altri 300. Grazie alle nuove norme legislative che obbligano i comuni ad eseguire le piante cimiteriali dettagliate di ogni cimitero, da parte nostra abbiamo potuto individuare l'ubicazione esatta delle sepolture italiane precisandone il campo, la fila e il numero, e ne abbiamo inviata copia ai comuni e alle imprese che gestiscono i cimiteri, per l'aggiornamento reciproco dei dati, come su accennato.
Durante il 2000 si è intervenuto presso molti comuni (tra cui Pola, Pisino, Umago, Buie, Cittanova, Grisignana, Verteneglio…) affinché abolissero sia la tariffa dei canoni annuali, sia la discriminazione per i cittadini stranieri che in molti casi si vedono aumentato del 100% il costo della concessione delle sepolture in perpetuo. Per ora tali interventi, però, non sono stati coronati di successo e si continua pertanto ad insistere in tal senso con le autorità competenti.
Oltre al servizio di monitoraggio per la tutela delle sepolture italiane in Istria, l'I.R.C.I. si è avvalso della collaborazione delle presidenze di varie "Famiglie" e "Comunità" di esuli (in particolare di Rovigno, Pisino, Pola, Parenzo, Visignano, Pinguente-Rozzo-Sovignacco e Montona). Insieme a delegazioni di profughi di Rovigno e Pisino, ci si è incontrati con i sindaci di quelle città per discutere il problema della tutela delle sepolture italiane. A Pola, si è trattata la sostituzione delle 50 cadenti croci di legno con altrettante lapidi di pietra per evidenziare le sepolture italiane nel cimitero della Marina. A Visignano è stato realizzato il primo lapidario, a cura della Comunità degli Esuli. A Rovigno si è discusso per il lapidario ora già completato a Duecastelli; quello di Rovigno è in fase di attuazione, come pure quelli di Pinguente e di Rozzo.
Spinte dalle nostre iniziative, le autorità comunali di Pola e Rovigno hanno nominato le commissioni per la tutela del patrimonio monumentale nei cimiteri di quelle città e anche la città di Pisino è in procinto di farlo.
Grazie alla grande passione per Pisino, dalla penna della prof. Nerina Feresini è stato preparato il manoscritto con la storia del locale cimitero, come già fatto per quelli di Fiume, di Zara e in parte per quelli di Umago.
Con la Famiglia Rovignese, è stato realizzato il progetto per l'erezione di una lapide nel cimitero di Rovigno che ricorda i 17 sacerdoti e religiosi Rovignesi morti nella diaspora ed è stata progettata la lapide a ricordo dei 130 caduti Rovignesi della II Guerra mondiale - militari, marittimi, martiri delle foibe e civili vittime dei bombardamenti alleati. Su richiesta della Famiglia Parentina, si è preparato il progetto per una lapide-ricordo da erigersi nel cimitero di Parenzo per le 94 vittime delle foibe del Parentino (Parenzo, Torre, Abrega e Villanova di Parenzo). Per la Famiglia Montonese è in fase di realizzazione il progetto per il sacrario delle 20 vittime di Montona, trucidate nel mese di maggio del 1945, e ancora sepolte nella cava Cise presso Villa Terviso-Scropetti.
Per ricordare tutti i martiri delle foibe in Istria, è stata progettata una grande croce in pietra da erigere presso la foiba di Vines.
Per la realizzazione dei lapidari, nel 2000 è iniziata la documentazione tecnica dei monumenti recuperati nei depositi o tratti dalle discariche dei cimiteri come segue:
Cimitero di Visinada: 39 lapidi; Lindaro: 14; Barbana e Pergnani: 22; Lussingrande: 32; Canfanaro: 10; Duecastelli: 3; Rozzo: 22; Pinguente: 40; Berda-Briz: 5; Buie: 58; Grisignana: 22; Materada: 39; Castelvenere: 42; San Lorenzo di Daila: 32; Draguccio: 6; Chersano: 29, per un totale di 519 lapidi.
Per il 2001 si prevede la documentazione tecnica di altri 114 monumenti per i lapidari dei piccoli cimiteri di: Cerreto, Novacco di Pisino, Previso, Borutto, Moncalvo di Pisino, Bellai, Passo, San Giovanni di Sterna, Cerion, Fianona, Cosliacco, Cepich al Lago, Letai, Valdarsa, Santa Croce, Villanova, Sovignacco, Colmo, San Lorenzo-Diminici, Pedena, Carsette, Lanischie e Vodizze. Si sono avviate le pratiche per il monitoraggio delle sepolture italiane nei cimiteri istriani di giurisdizione slovena in quel di Capodistria, Pirano, Isola, San Pietro del Carso, Postumia, Sesana e delle altre località della ex Provincia di Trieste ora in territorio sloveno.
Il problema della tutela delle sepolture italiane in Istria è molto bene seguito dagli scritti che periodicamente appaiono sui fogli delle varie Famiglie degli Esuli quali l'"Unione degli Istriani" "La Voce della Famia Ruvignisa", il "Notiziario Pisinoto", "La Sveglia" di Capodistria e per la Comunità di Pinguente-Rozzo e Sovignacco nella "Nuova Voce Giuliana".
In Istria, sui giornali locali - esclusa la "Voce del Popolo" - e specie sul quotidiano croato "Glas Istre" si scrive molto di quanto le amministrazioni comunali fanno per i cimiteri. Secondo quanto raccolto nella nostra emeroteca sono state pubblicate 51 notizie nel 1996, 36 nel '97, 83 nel '98, 90 nel '99, 102 nel 2000 e 45 fino al 9 maggio 2001. In questi giorni di propaganda preelettorale, quanto fatto per i cimiteri viene vantato dai candidati delle varie liste elettorali.
Per quanto sopra illustrato, l'I.R.C.I. annualmente ha avuto a disposizione scarsi fondi, mentre sono di gran lunga maggiori i bisogni reali per poter assicurare: la concessione perpetua delle sepolture italiane in Istria (Croazia e Slovenia) rimaste senza eredi e in costante aumento; il pagamento dei canoni arretrati e correnti; la realizzazione dei lapidari. Si dovrebbe poter attingere ai fondi assicurati da una legge specifica alla pari della Legge n. 72 del 16/3/2001, G.U. n. 73 del 28/3/2001: Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

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