Visite mese di giugno:
- sabato 3 giugno alle ore 15.30 (ancora due posti disponibili!)
- sabato 17 giugno alle ore 15.30
Nel caso venisse raggiunto il numero massimo di partecipanti, si avvisa tuttavia che sarà sempre possibile contattare il numero e l'indirizzo mail riportati qui di seguito per inserirsi nella lista d'attesa qualora vi fosse qualche disdetta.
Istruzioni: le visite guidate, gratuite, sono aperte al pubblico, previa prenotazione obbligatoria in quanto i posti sono limitati ad un massimo di 30 persone, chiamando il numero 3517590343 o inviando una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Il ritrovo è davanti al Magazzino 26 presso l’area museale.
N.B.: le visite per scolaresche o gruppi organizzati, invece, devono essere fissate con largo anticipo e possono svolgersi esclusivamente dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 16.00.
La visita verrà effettuata nel rispetto della normativa vigente (in caso di assembramento si richiede l'uso della mascherina e di osservare il distanziamento).
Le masserizie degli esuli istriani, fiumani e dalmati hanno riposato per decenni negli antichi magazzini del Porto vecchio di Trieste confluite, da ultimo, nel magazzino 18 consacrato agli onori della fama in tutta Italia e all’estero dall’omonimo spettacolo di Simone Cristicchi. E da quel magazzino, purtroppo, fatiscente è partita l’operazione salvezza delle masserizie, per evitare che spandimenti e stato precario del sito portassero al deperimento di quella che è la vera memoria storica dell’esodo e del dramma giuliano dalmata.
Nel giro di pochi mesi l’I.R.C.I. ha provveduto, grazie al contributo del Comune di Trieste e alla messa a disposizione di un’area espositiva adeguata, al trasferimento nel secondo piano del magazzino 26, recentemente restaurato, degli oltre 2000 metri cubi di mobili, attrezzi di casa e di lavoro, oggetti della quotidiana degli esuli, di tutto ciò che rappresenta un perfetto spaccato della quotidianità della società di un popolo che ha dovuto abbandonare case, terre, lavoro ed è stato disperso in più di 120 campi profughi sparsi in ogni angolo d’Italia. Gente che, di conseguenza, in molti casi ha dovuto emigrare in altri continenti a cercare nuova sorte altrove per poter ricostruire la propria esistenza. Contemporaneamente è stata avviata un’opera di razionalizzazione dell’offerta museale concentrando nel medesimo sito, accanto alle masserizie, anche la parte “tradizionale” del museo della civiltà istriana fiumana e dalmata trasferendola dal palazzo di via Torino e potenziandola nella nuova offerta espositiva al magazzino 26. Si è provveduto quindi, ad allestire anche la prima parte del museo “tradizionale” e, specificamente, il suo circuito etnografico fra terra (la parte agricola in tutti i suoi aspetti dall’aratura, alla fienagione, al vino) , acqua (dalle attività di mare come la pesca, i cantieri, alle saline, all’acqua dell’acquedotto istriano, al turismo balneare)e specifici mestieri come il farmacista, l’orafo, il bottegaio delle privative.
Dopo la presentazione non solo della nuova sistemazione del magazzino 18 al magazzino 26 ma anche della prima parte del museo “tradizionale” nel suo percorso etnografico, specchio del sociale quotidiano delle nostre genti istriane, fiumane e dalmate sono state dunque riaperte le visite guidate.